Lotta al bullismo
Lotta al bullismo

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BULLISMO E CYBER-BULLISMO

La piaga del bullismo, e del connesso cyber-bullismo, è una malattia sociale che sta crescendo, purtroppo, in maniera esponenziale. Sono sempre più frequenti gli episodi di cronaca in cui vengono riportati casi di soprusi, umiliazioni, violenze e minacce. Molto spesso queste becere forme di prevaricazione e di aggressività verso il soggetto diverso o debole vengono perpetrate all’interno dell’ambiente scolastico, tra gli stessi compagni di classe.

È, appunto, per questa costante diffusione che si rende sempre più necessaria una decisa repressione del fenomeno fin dal manifestarsi del primo episodio. È, perciò, fondamentale che chiunque possa comprendere in maniera tempestiva quali siano i comportamenti che lo inquadrano. Soprattutto in un contesto scolastico è importante che il corpo docente riesca a evitate sottovalutazioni della fattispecie o forme di giustificazione che portino a pensare che siano “scherzi fra ragazzi”.

Il tema del bullismo/cyber-bullismo (sia esso originato da motivi legati a invidia, al razzismo o, in generale, ad una diffusa intolleranza) deve essere analizzato sotto diversi aspetti.

GIURIDICO:

  • Bullismo: è il fenomeno che ingloba in sé una serie di comportamenti di prevaricazione posti in essere da un singolo, o da un gruppo di persone, a discapito di una persona che è stata individuata quale bersaglio. Molto spesso la persona offesa è vittima non solo di violenze verbali, ma anche fisiche.
  • Cyber-bullismo: quando le azioni violente e intimidatorie vengono manifestate in rete, si parla di cyber-bullismo. Anche in questo caso le condotte possono riguardare persecuzioni o molestie ma, a differenza del bullismo, le comunicazioni aggressive possono essere poste in essere in qualsiasi momento, in maniera anonima e in modo tale che abbiano una visibilità temporale e spaziale potenzialmente infinita. È, in maniera evidente, una nuova modalità di manifestazione del “tradizionale, fisico e diretto” bullismo, un fenomeno recente, connesso all’era virtuale.

In ogni caso, è possibile evidenziare alcune caratteristiche comuni che stanno alla base della condotta lesiva:

-il dolo, ovvero la volontarietà: il bullo intende, con il suo comportamento, emarginare, schernire, ridicolizzare, svilire e offendere la sua vittima;

disparità di potere tra i soggetti coinvolti che impedisce una possibile ribellione da parte del danneggiato: il bullo, forte e potente, e la vittima, debole e sottomessa. Quest’ultima preferisce non dire nulla per il timore di possibili vendette;

-l’isolamento della vittima connesso al senso di vergogna, di inadeguatezza e inferiorità;

-la ripetitività delle condotte persecutorie e vessatorie.

PSICOLOGICO:

Il profilo del bullo: soggetto attivo delle aggressioni, con il suo comportamento cerca di dominare i più deboli;

può essere:

dominante: si arrabbia facilmente, è spavaldo e non prova empatia verso gli altri; ritiene che la violenza sia uno strumento utile a raggiungere i suoi obiettivi; ha un forte bisogno di dominare;

passivo-gregario: è poco popolare; è insicuro e ansioso; non agisce in prima persona, ma si aggrega al bullo per evitare di diventarne vittima;

temporaneo: la produzione di comportamenti aggressivi è connessa alla sottoposizione di precedenti eventi traumatici; scompare al regredire delle emozioni che lo hanno scatenato.

  • Il profilo della vittima: parte lesa che subisce le prevaricazioni e sulla quale si produrranno profonde lesioni psicologiche;

può essere:

passiva: trasmette all’esterno sensazioni di incapacità di reagire; è un soggetto con bassa autostima; è spesso una persona isolata che appare insicura e reagisce con comportamenti di timidezza;

provocatrice: combina reazioni aggressive e ansiose; può mostrare inquietudine e iperattività; può manifestare problemi di attenzione causando tensione.

  • L’indifferenza degli “spettatori”: fanno parte del contesto, ma rimangono sullo sfondo;

vedono, ma non intervengono;

rimangono indifferenti ignorando ciò che li circonda;

preferiscono non correre il rischio di un coinvolgimento, non si “sporcano le mani” e rimangono nell’omertà;

non sono solidali o empatici nei confronti della persona offesa.

Il bullismo è sicuramente un fenomeno grave. Per questo, ancora prima della repressione, è importante svolgere una fase di prevenzione, non solo all’interno degli istituti scolastici, ma anche nell’ambiente familiare.

Ovviamente, genitori e docenti, devono prestare molta attenzione a qualsiasi possibile campanello d’allarme: specialmente nell’età infantile e adolescenziale, il fanciullo/ragazzo, può esibire determinati atteggiamenti che possono sottendere una profonda sofferenza connessa al bullismo.

Situazioni problematiche come la comparsa di ansia, disturbi del sonno, attacchi di panico, bassa autostima, apatia, basso rendimento scolastico, aumento o diminuzione dell’appetito e rifiuto di andare a scuola sono condizioni che dovrebbero essere intercettate prima che la vittima passi a stati ancor più gravi che potrebbero condurlo alla depressione o all’autolesionismo.

Da tali potenziali conseguenze è facile intuire come questo fenomeno, estremamente pericoloso, debba essere prevenuto e/o eliminato.

Le azioni consigliate, che possono aiutare a diminuire tale tipologia di fenomeni, devono tener conto di un approccio multidimensionale, che tenga in considerazione i vari ambienti in cui il bullo vive. Ad esempio, potrebbero essere utili:

-nel contesto scolastico:

la promozione di una campagna di sensibilizzazione del corpo docenti, tesa al riconoscimento degli atti persecutori;

la periodica somministrazione alla classe di questionari che possano aiutare a far emergere episodi di bullismo o cyber-bullismo;

la promozione di corsi di formazione ad hoc;

la diffusione dei valori di uguaglianza, solidarietà, dignità, empatia e giustizia;

-nell’ambiente familiare:

la creazione di un ambiente stabile, sereno e che promuova il coinvolgimento del figlio con i genitori;

la repressione di un senso di frustrazione.

Qualora la fase di prevenzione non sia andata a buon fine e, quindi, si sia verificato l’atto lesivo, si può procedere ad una successiva repressione degli atti in diverse modalità. Ovvero, con una lettera di diffida, con la quale si intima il soggetto attivo dall’astenersi dalla tenuta della condotta lesiva; in sede civile, con richiesta di risarcimento per il danno subìto; e, infine, in sede penale, con la pretesa della tutela dei propri diritti attraverso la denuncia dei fatti all’autorità giudiziaria competente.

Ambito civilistico.

Ai sensi dell’articolo 2043 c.c. (disciplinante la responsabilità extra contrattuale) la vittima può richiedere il risarcimento da danno ingiusto.

Dalla perpetrazione di atti di bullismo, invero, possono derivare sia un danno biologico, sia morale, che esistenziale.

Ambito penalistico

È evidente come le azioni poste in essere dai bulli possano sfociare in veri e propri illeciti. Tra di essi, a titolo esemplificativo, reati di percosse (art. 581 c.p.), lesione personale (art. 582 c.p.), ingiuria (art. 594 c.p.), diffamazione (art. 595 c.p.), violenza privata (art. 610 c.p.), minaccia (art. 612 c.p.), danneggiamento (art. 635 c.p.). Proprio per la loro natura di atti persecutori reiterati nel tempo gli atti di bullismo possono integrare la fattispecie perseguibile penalmente ex art. 612 bis c.p. (reato di stalking).

Per quanto riguarda il cyber-bullismo, in considerazione della pericolosità sociale del fenomeno, il Parlamento è intervenuto qualche anno fa con una legge ad hoc: la n. 71 del 2017. La ratio della disciplina è rinvenibile nella volontà di prevenire e contrastare il “bullismo virtuale” attraverso l’adozione di apposite linee di orientamento.

In occasione della giornata mondiale istituita contro bullismo e cyber-bullismo (caduta lo scorso 7 febbraio) sono stati pubblicati dei dati preoccupanti. È stato, infatti, stimato che il 61% dei giovani sia stata vittima di tali atti e che il 68% ne sia stato testimone. Inoltre, a seguito della pandemia dovuta al COVID-19, complice la didattica a distanza e, quindi, l’aumento del tempo trascorso sul web, è stato rilevato un significativo incremento del bullismo virtuale.

Nel caso in cui una persona a te cara sia vittima di tali atti, oppure, nell’ipotesi in cui sia tu la persona lesa, sappi che esistono moltissimi e validi modi per contrastare i soprusi che stai patendo, o punire le discriminazioni che hai subìto. Non perdere mai la fiducia in te stesso e la gioia di vivere e, se hai bisogno, contattaci senza paura!